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Visualizzazione dei post da luglio, 2015
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10 serie a fumetti che hanno scandito i miei anni '70

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Le dieci qui elencate articolo sono in effetti solo una piccola parte delle serie a fumetti che hanno accompagnato la mia infanzia e prima giovinezza. Tra i fattori richiesti per inserirli nel post - che fa parte della serie dedicata all'autobiobibliografia - ho tenuto conto anche della possibilità per me di risalire, con una certa precisione, al momento del loro ingresso nella mia vita. Per questo motivo le serie non sono ordinate secondo la loro prima apparizione in edicola, ma in base al mese e all'anno in cui ho fatto la loro conoscenza. Forse ho barato un po' con le ultime due voci, ma questo potrete giudicarlo da soli quando arriverete a leggerle. * * * Febbraio 1972 -  I Fantastici Quattro  - Editoriale Corno 259 numeri - dal 1971 al 1981 I supereroi Marvel hanno accompagnato l'infanzia, e spesso non solo l'infanzia, di molti della mia generazione. Delle quattro collane storiche,  L'Uomo Ragno ,  Devil ,  I Fantastici Quattro ,  Tho

Solve et Coagula - Pagina 121

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Capitolo 10 - parte 6 Prima ancora che Luisa finisse di spingere il battente e entrasse nella stanza, qualcosa sbucò dall'oscurità oltre la soglia per allungarsi verso di lei. Si sentì afferrare l'asciugamano che aveva ancora sulla testa e arretrò d'istinto. Per un attimo avvertì il contatto della stoffa umida che le scivolava sul volto, poi si sentì travolgere da qualcosa di pesante. Perse l'equilibrio e rovinò all'indietro, sbattendo con forza la testa contro la parete alle sue spalle. Quando Luisa ritornò in sé, aveva come l'impressione di aver sognato. Un sogno completo di colonna sonora, perché le riecheggiavano ancora nelle orecchie le note della famosa sigla della  Pantera Rosa . Anzi, ecco che le sembrava di sentirla di nuovo, come se ancora non si fosse veramente svegliata. Inoltre la coperta sotto cui si era coricata era così pesante che si sentiva soffocare. Cercò di togliersela di dosso, ma era più difficile del previsto. Fu in quel momento,

Giochi d'estate: Il salto 3

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Tutto è iniziato con un raccontino di 200 caratteri opera della blogger mitraglietta (nel senso che spara post a ripetizione) Patricia Moll . Questo: Il salto (Patricia Moll) Il sole scottava la pelle. Un tuffo e non lo avrebbe più sentito. Il trampolino era fuori di circa tre metri. Pochi passi, un salto... Il pirata lo punzecchiò con la spada. La cosa sembrava finita qui, ma ecco che una alquanto incauta blogger, Anna Maria Fabbri , è curiosa del seguito della storia e Patricia, che non aspettava altro, si produce allora in questo nuovo shot : Il salto 2 (Patricia Moll) L'acqua salata bruciava la pelle. Ma era il suo ultimo spasimo di vita. Si lasciò andare alla morte. "Capitano!". Si sentì toccare il viso. Dietro ad un sorriso dolce e radioso, Lei! La sua Sirena. La seguì! Ma non finisce neanche qui, perché subito il gioco raddoppia con Patricia che invita Anna Maria a scrivere un finale in contemporanea con lei. Nascono così, a conclusione della tr

Solve et Coagula - Pagina 120

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Capitolo 10 - parte 5 Per Luisa era fin troppo percettibile lo sforzo che l'altro faceva per trattenersi dall’offrirle il suo aiuto. Non c'erano dubbi che non la ritenesse in alcun modo all’altezza di affrontare tutte le incombenze che le sarebbero piovute tra capo e collo come conseguenza di quell’assurda situazione – la madre morta e il padre svanito nel nulla nel giro di poche ore - anche se forse, sospettava lei, a inquietarlo più di tutto   in quel momento era l'impossibilità di trovare un nesso tra due eventi così ravvicinati tra loro al di là di quello, ovvio ma all'apparenza solo accessorio, dei legami di parentela. Luisa era inoltre pronta a scommettere  che il maresciallo fosse anche al corrente del fatto che suo fratello abitava all’estero e manteneva solo sporadici contatti con la famiglia. «Ha modo di avvisare suo fratello?» le chiese ancora lui, come se le avesse letto a sua volta nel pensiero. «Sì, per e-mail» replicò Luisa. «Lo farò al più pre

Rilke e Hopper tra visibile e invisibile /4 (Re-edit)

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Però, in una stanza vuota la luce si unisce allo spazio Sono una cosa sola, inseparabili... Franco Battiato,  Io chi sono? * * * Brian O'Doherty, nel suo breve saggio Ritratto di Edward Hopper* , parla della grande attenzione che il pittore pone sull'io, giudicandola paradossale in uno scrittore all'apparenza tutto votato all'oggettività. Ma subito dopo aggiunge: Eppure, rovesciando la prospettiva, si può dire che tutto il suo lavoro sia un immenso autoritratto... "La vita interiore di un uomo è un regno vasto e variegato" ha scritto [Hopper]. I suoi quadri lo aiutano a tracciarne i confini: sono stazioni intermedie nel percorso tra la realtà e l'io, tra l'oggetto e il soggetto, il che spiega perché danno luogo, quando li si contempla, al dualismo da cui sono nati. Brian O'Doherty cita inoltre una massima di Johann Wolfgang Goethe che Hopper portava sempre con sé nel portafogli: Principio e fine di ogni attività lettera